Descrizione
A partire dagli anni Ottanta fino alla fine della sua vita, Luigi Blasucci ha scritto, in modo non sistematico e senza sapere dove portavano, una serie di brevi riflessioni, da lui stesso raccolte e numerate, che da ultimo ha intitolato “Pensieri ai quattro venti”. In tutto sono 149. Nella forma breve e scattante dell’aforisma, vi sono trattati una varietà di temi, che vanno dall’antropologia alla teologia – con le domande sul fine ultimo dell’uomo, sulla vita e sullo «scandalo» della morte – dalla letteratura al ritratto di amici e personalità scomparse. La forma aforistica fa di queste riflessioni un libro organico, sottraendolo alla intimità e alla effusività del diario. L’understatement contenuto nel titolo intende forse discostare ironicamente l’autore di questi “pensieri” dal prestigio riconosciuto alla sua attività di studioso, ma anche mostrarcelo nudo, come un essere umano che riflette, da un osservatorio aperto a tutto raggio, sull’uomo e sul mondo, per condividere anche con altri lo stupore per un oggetto che si stava costruendo da solo.