Descrizione
Una vicenda finora sconosciuta per ricostruire, tra archivi pubblici e privati, con le cadenze di un giallo intellettuale, un caso di coscienza negli anni in cui il discrimine tra bene e male poteva essere molto sottile. Nel 1936 Giorgio de Santillana, giovane storico della scienza, lascia l’Italia di Mussolini per cercare fortuna negli Stati Uniti. Cerca un approdo accademico, ma non è chiara la sua posizione rispetto al fascismo: oppositore o fiancheggiatore o, peggio ancora, spia? Amico di molti antifascisti entra nel mirino di Gaetano Salvemini, la coscienza morale della lotta al fascismo fuori d’Italia, che in privato avvisa gli amici di non dare confidenza a de Santillana. I suoi sono indizi, non prove. Nel 1945, a guerra finita, il rapporto tra i due risulta ottimo. Cosa era successo in quegli anni? I libri di de Santillana sono oggi considerati dei classici della storia del pensiero, la sua figura riverita negli Stati Uniti e in Europa. Questo libro svela particolari sconosciuti sulla sua figura e riflette su tempi che furono definiti “di malafede”.