Descrizione
Il libro illustra genesi, meccanismi e conseguenze dell’egemonia geoeconomica statunitense mettendo in discussione il mito della globalizzazione come destino ineluttabile. E prova a immaginare quale mondo ci aspetti. La globalizzazione è (stata?) un fenomeno geopolitico, prima e più ancora che economico. Immersi nel “secolo americano” non ce ne siamo accorti, dando per scontato il mondo sorto dalle ceneri della seconda guerra mondiale e consolidato dopo il crollo dell’Urss. Abbiamo così finito per credere immutabili le caratteristiche di quella fase storica: il primato delle società liberali, la forza unificante dei commerci e delle interdipendenze industriali, l’inarrestabilità del capitalismo neoliberista, la cogenza delle istituzioni internazionali. Ora questi assunti, insieme al primato di Washington, sono messi radicalmente in discussione fuori e dentro l’America. Un libro che smonta il canone della globalizzazione, analizzandola dai suoi esordi storici alla sua attuale lenta disgregazione con le ricadute a livello economico e socio-culturale.