Descrizione
Negli anni Sessanta quasi una sala cinematografica su due era cattolica, come si legge sulla stampa pisana di quegli anni. «Uno schermo per ogni campanile», si diceva. Il cinema accompagnava l’alfabetizzazione di un’Italia che si avviava verso il boom economico e che, al pari della letteratura, rappresentava uno strumento fondamentale per l’educazione del popolo. In questa temperie culturale «furono impiantate in gran numero delle sale cinematografiche, allo scopo speciale di offrire un divertimento onesto e di salvaguardare la nostra gioventù e le famiglie cristiane dai pericoli del cinematografo immorale e corruttore», scrive la Rivista del Cinematografo sul suo primo numero. Le sale parrocchiali nella diocesi di Pisa erano spazi presenti in tutta l’area, dalla città alla Versilia, dalla Garfagnana all’area etrusca. Il volume ne traccia la storia attraverso lo studio di documenti inediti e delle struggenti testimonianze di chi, in prima persona, contribuì alla costruzione e alla gestione, fino alla definitiva chiusura.