Descrizione
Una ricostruzione dei contrastati rapporti fra il Partito comunista italiano e la televisione, da cui emergono con efficacia alcuni nodi irrisolti della politica culturale del Pci, che colma un vuoto nella storia dei media in Italia. L’autore, intrecciando il puntuale richiamo ai programmi della televisione con questioni come la gestazione del «colore», la controversa riforma della Rai, l’esplosione dell’emittenza privata, nonché con fatti apparentemente distanti come il referendum sul divorzio, l’«austerità» o l’«effimero», propone una documentata analisi dell’atteggiamento dei comunisti, evidenziandone, almeno fino agli anni Ottanta, la ricorrente propensione a inseguire al momento sbagliato soluzioni rifiutate al momento giusto. Il libro è preceduto da un saggio di Enrico Menduni, Pci e televisione tra gestione e politica, che ricostruisce l’intreccio spesso contraddittorio o omissivo fra le effettive condotte del Pci in Parlamento e nella gestione della Rai, e le sue campagne politiche in tema di comunicazione di massa. In questa nuova edizione l’autore ha inserito un nuovo capitolo conclusivo in cui delinea brevemente i momenti principali della storia del rapporto tra i post-comunisti e il mezzo dopo il 1990 e la fine del Pci, fino a oggi.