Descrizione
Diventare femminista non è solo una scelta razionale. È una risposta vitale a traumi così profondi che si perdono nella notte delle nostre storie singolari: #MeToo. Il femminismo non sarebbe così potente se non avesse un significato inconscio. Eppure la psicoanalisi sembra non volerne sapere nulla. Questo libro rompe questo silenzio introducendo il concetto di sorellanza nella clinica e nella teoria psicoanalitica, sostenendo al contempo un femminismo che sia capace di dare largo spazio ai propri elementi pulsionali, traumatici e folli. Lippi e Maniglier prendono come guida improbabile in questa impresa una donna, lesbica, schizofrenica, criminale: Valerie Solanas, che immagina un mondo che si costituisce a partire dalle sole relazioni tra donne – un mondo di sorelle. La sorellanza non si limita alle relazioni tra persone già identificate come donne, è un tipo di legame sociale nel quale si comunica direttamente a partire dai nostri traumi reciproci, in una forma fabbricata in comune, qui chiamata «sintomo condiviso». Con un linguaggio chiaro, impertinente e rigoroso, il libro getta le basi per una psicoanalisi sororale. Parla così a tutte e a tutti coloro che aspirano a pensare, vivere e desiderare al di là degli immaginari della dominazione maschile.