L’autore, Massimiliano Antonucci, dialoga con Alessandro Scarpellini e Giulia Raffaelli (Felici editore). Letture di Genny Sollazzi.
La raccolta di poesie pone la questione della ricerca di un passaggio possibile per la salvezza. Secondo l’autore “la poesia è la lingua di chi vive i sentimenti di una reale fede personale stabilita da un interesse di libertà”. Una lingua di minoranza per individui uniti in una ricerca espressiva che si rivolge alla scoperta e allo sviluppo delle doti personali più intuitive e latenti in modo da incrementare le capacità di percezione dell’esistente attraverso la costruzione di immagini fuori da teorie, schemi e idealizzazioni di alcun genere. Di fatto, un muro di pensieri costituisce lo sbarramento imposto al fluire delle sensazioni e delle emozioni più autentiche, ma possiamo avvicinare le potenze che si celano tra le pieghe dell’animo sperimentando le possibilità tipiche del sentire, scoprendo parti più profonde di una nuova umanità.
Nato a Taranto nel 1970, Massimiliano Antonucci vive e lavora a Pisa da 25 anni. L’opera prima “Mastini davanti alle porte del regno” ha raccolto il consenso di letterati come Giorgio Barberi Squarotti, direttore scientifico della Utet. Nel 2005 pubblica la raccolta di poesie “Non sono versi di Giuda”(Manni editore). L’ultima raccolta pubblicata Poesie imperfette (Porto Seguro, 2022)