Dialogo tra
Stefano Gallo, direttore scientifico Bfs,
Massimiliano Bacchiett, scrittore,
Caterina Di Pasquale, docente universitaria.
Scritto in presa diretta durante i tragici mesi di guerra che si abbatterono sul territorio pisano, il volume è la traduzione in italiano di due dei diari di Beatrice Giglioli (originariamente scritti in lingua inglese perché l’autrice è legata all’Inghilterra non meno che all’Italia per via dei suoi genitori).
Si tratta di un documento inedito, che apre una nuova finestra di indagine sulla storia che la città di Pisa ha vissuto tra l’estate del 1943 e gli inizi del 1945. I protagonisti sono Beatrice Giglioli, sua sorella Irene e il gruppo di persone e di famiglie che trovarono rifugio nella Villa delle sorelle Giglioli, nella zona est della periferia di Pisa. Sono pagine di drammatica quotidianità, dove l’autrice e la piccola comunità di civili raccolti intorno a sé cercano insieme di sopravvivere e di opporsi al male e alla violenza aiutandosi reciprocamente, per non perdere, oltre che la vita, anche il rispetto di sé.
Integrato da un consistente apparato critico (curato da Barbara Cattaneo, Giorgio Mangini e Franco Bertolucci), documentario e iconografico con oltre 200 immagini, per favorire il più possibile una lettura adeguata al ritmo spesso incalzante degli avvenimenti descritti e per consentire di apprezzare l’originalità e l’intima coerenza delle annotazioni quotidiane di Beatrice Giglioli, il diario è accompagnato dalle memorie di Antonio Ricci, testimone vivente degli avvenimenti raccontati. Figlio adolescente della cuoca di casa Giglioli e animato da un profondo affetto nei confronti della famiglia di Beatrice, Ricci ne ha conservato con cura l’archivio, che in tempi recenti ha voluto donare alla Biblioteca Franco Serantini
Beatrice Giglioli (1892-1988) ha insegnato lingua e letteratura inglese per oltre trent’anni alla Scuola Normale Superiore e al Liceo classico Galilei di Pisa. Discende da una famiglia originaria di Brescello (RE), che aveva avuto importanti trascorsi risorgimentali.