Descrizione
Il populismo economico scaturito dalla Grande recessione del 2008 è un populismo di tipo nuovo, con il quale il ceto politico, a destra ma anche a sinistra, ricerca il consenso elettorale attraverso l’uso spregiudicato del debito pubblico non per potenziare le garanzie dello Stato sociale, ma per ridurle secondo una visione propria dell’ideologia liberista che si è convertita alla dottrina della spesa in deficit. Un populismo conservatore, individualista e corporativo, contro lo Stato sociale e a sostegno dell’ideologia del mercato, le cui distruttive conseguenze economiche e sociali si stanno ampiamente manifestando anche nel nostro Paese, dove le scelte in materia economica del governo in carica ne rappresentano in maniera esemplare anche tutte le contraddizioni, i limiti, oltre che i pericoli. Il testo, che raccoglie alcuni degli interventi pubblicati nel corso di un anno e più su un blog di un quotidiano nazionale, offre una dettagliata anatomia della politica economica del governo Meloni, analizzando tutti i temi e le scelte che ne caratterizzano profondamente il profilo conservatore e autoritario – dal superbonus fiscale alla flat tax, dal reddito di cittadinanza al salario minimo, dall’inflazione bellica e ad altri ancora. Il quadro che ne emerge è quello di un completo distacco tra la narrazione populista e la realtà economica, tra le politiche corporative e clientelari e l’ambizione di tutelare gli interessi generali, tra il ceto politico dominante e la società. Nell’articolata e minuziosa analisi proposta dall’autore, non mancano anche, se pure abbozzate, alcune proposte che potrebbero costituire un primo embrione per un programma genuinamente alternativo e popolare.