Descrizione
Per smettere di essere antropocentrici occorre una nuova umanità davvero ecologica. Per non essere più antropocentrici, però, non basta depotenziare il soggetto: occorre liberare l’umano dalla tirannia degli oggetti. Infatti, soggetto e oggetto procedono e cadono insieme. Questa liberazione dagli oggetti va compiuta sul piano percettivo. Questo libro propone un cambio di prospettiva per ripensare l’esperienza estetica su base radicalmente processuale e relazionale: estetica senza (s)oggetti, ovvero concepire la realtà come un sistema in cui tutto è relazione – nel senso di un continuo intrecciarsi tra eventi. La scienza contemporanea, la filosofia relazionale e processuale, il buddhismo convergono oggi nell’affermare che conoscenza ed esperienza non sono su piani distinti: la relatività fisica corrisponde alla relatività delle qualità estetiche. Percepire ha, allora, profonde conseguenze non solo sul significato specifico delle esperienze estetiche, dei giudizi e delle valutazioni, ma sul nostro modo di vivere.