Descrizione
Quarantadue piccoli gusci di noce in cui lo sguardo si perde nelle profondità di oscuri gironi infernali, riposa sulle pacifiche rive del Purgatorio, e si apre infine alla contemplazione degli angeli del Paradiso: nella sua ‘minima’ Divina Commedia il sacerdote stabiese Antonio Maria Esposito creò da granelli di polpa di pera, frammenti di muschio e goccioline di pittura un minuscolo cosmo dantesco dove l’arte del Novecento incontra i miniaturisti medievali in un’opera di singolare, delicata bellezza.