Descrizione
«Un paese non si rilancia con una lista di riforme e di investimenti scritta da tecnici, anche se di grande qualità; ma solo attraverso una visione politica del suo futuro. L’Italia potrà trasformarsi grazie a grandi scelte sul suo modello di sviluppo, sulle modalità di intervento pubblico, sulle politiche per ridurre le grandissime disuguaglianze generazionali, di genere e territoriali che rischiano di persistere indefinitamente. Il Pnrr può rappresentare una tappa molto importante, ma senza queste scelte non può produrre un cambiamento decisivo». A due anni di distanza dalla sua formulazione, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da molti definito come un nuovo Piano Marshall, sta ridisegnando le politiche pubbliche in Italia. Gianfranco Viesti, tra i nostri economisti più autorevoli, fornisce in questo libro un’utile valutazione d’insieme basata su uno scrutinio attento e dettagliato di tutte le sue misure, che tiene conto non solo del testo, ma anche di tutti i complessi, poco noti, processi attuativi che hanno avuto luogo e delle prospettive che si presentano per la piena realizzazione del Piano. Il libro può aiutare tutti i cittadini a capire meglio quel che è successo e può accadere. Dopo un’analisi del programma Next Generation Eu, considerato molto positivamente come una cesura radicale rispetto al passato, Viesti ripercorre le fasi del processo di redazione del Piano, la cui principale debolezza risiede secondo l’autore nel la mancanza di una visione unificante del futuro. Nel libro emergono le potenzialità e i limiti del Pnrr: il suo assetto fortemente centralizzato e i suoi meccanismi attuativi, con l’enorme potere che essi hanno concentrato nelle mani dei ministri del governo Draghi. Tra gli aspetti relativi alla messa in atto, emerge inoltre il peculiare, positivo, ruolo affidato alle amministrazioni comunali, rispetto a quello, più marginale, delle regioni. Entrando nel merito del Piano, Viesti ne illustra e analizza criticamente alcuni principali ambiti: dal potenziamento delle infrastrutture, in particolare quelle ferroviarie, ai progetti urbani, che costituiscono una importante novità, agli interventi per l’istruzione, caratterizzati invece da notevoli problemi attuativi, e alle misure per le imprese, assai ricche ma prive di un indirizzo strategico. Il quadro che si delinea mostra le criticità che sono emerse in questi primi due anni, molto diverse da ambito ad ambito e legate sia alla definizione che alla realizzazione degli investimenti. Il Pnrr, conclude Viesti, può rappresentare un’utilissima inversione di rotta rispetto alle politiche di austerità degli anni dieci, ma da solo non può cambiare l’Italia, perché non affronta i principali nodi politici alla radice delle sue difficoltà e delle sue disuguaglianze.