Descrizione
Da inizio secolo le tecnologie digitali sono nelle mani di America e Cina, che le usano causando forti impatti nella società, nell’economia e nell’ecologia. Per una preziosa nuova materia prima – il dato – sono stati inventati nuovi strumenti, le pompe di dati: gli smartphone. I dati sono il nuovo petrolio e come quello, se mal gestiti, corrompono democrazie e inquinano cielo, acqua e terra. Di fronte all’incontrollato irrompere dei motori di Intelligenza Artificiale generativa ci si chiede cosa fare per un uso diverso delle tecnologie digitali che siano sostenibili, di minore impatto ecologico e di migliore impatto sociale. In tale prospettiva, il libro riporta alcune conversazioni che l’Associazione Sloweb ha organizzato per il suo annuale Digital Ethics Forum. Luciano Floridi, Cosimo Accoto, Francesco Varanini, Michela Meo, Dunia Astrologo e Paolo Gerbaudo portano le loro osservazioni su quello che potrebbe essere un salto antropologico o, viceversa, una semplice evoluzione del dominio monopolistico/oligopolisitico. Nicola Bonotto e Francesco Cara raccontano cosa sia il web sostenibile, mentre Paolo Foietta ricorda i principi del Bauhaus (sobrio, economico, democratico ed ecologico) e un approccio progettuale sostenibile di radici durature. Pietro Jarre chiude con un appello per una nuova industria digitale, sostenibile ed europea.