Descrizione
“Storia della fatica” è un’esplorazione della stanchezza attraverso le epoche e le culture: una narrazione in cui si incrociano i cambiamenti delle nostre strutture socio-lavorative e quelli riguardanti i corpi e l’auto-percezione, l’impatto della guerra e la nascita ed evoluzione dell’attività sportiva. Dal lavoratore medievale chino a vangare la terra fino all’impiegato ingobbito sulla scrivania o risucchiato dallo schermo di un pc, il modo in cui definiamo la fatica ha sempre detto molto del rapporto che abbiamo con noi stessi, con gli altri e con il nostro organismo. Se infatti dietro ogni sforzo c’è sempre stato un racconto e in ogni manifestazione della spossatezza c’è sempre stata la descrizione di un ruolo sociale o una promessa di redenzione, anche nei metodi che abbiamo escogitato per alleviare questa sensazione si nasconde il segno della società e delle sue metamorfosi: dalla scoperta in età moderna degli abiti freschi, del tabacco, del caffè e di altri stimolanti chimici (non ultime le droghe) al ricorso alle terapie psicologiche, alla meditazione e all’ascolto di sé per alleviare stress, disagi psicosomatici e burnout. Alternando testimonianze scritte ad altri documenti d’archivio, quest’opera approfondisce i molti modi in cui sono cambiati i suoi simboli di secolo in secolo, arrivando fino ai giorni nostri, a uno sfinimento che si è moltiplicato in modo incontenibile, spostandosi dal corpo alla mente e dalla vita lavorativa a quella domestico-familiare. Ciò che sembra suggerirci Georges Vigarello è che solo collocando ciò che succede oggi in un processo di trasformazioni storiche saremo in grado di comprenderci meglio e di arrivare al punto in cui la fatica sia sì una costante con cui convivere, ma soprattutto qualcosa che è possibile gestire e controllare.