Descrizione
Nel 1922, anno di nascita del modernismo inglese, erano attivi scrittori troppo giovani per poter essere definiti dei vittoriani, troppo vecchi per partecipare senza remore al fermento in atto: danno vita a un canone variegato, misto di posizioni ritardatarie e di slanci innovatori. Lo formano Galsworthy e Bennett con le loro saghe lente e nostalgiche, Chesterton con le sue battaglie ideologiche, Wells con la sua spettacolare fantascienza, Forster con le sue tragicommedie dei cuori immaturi; ma anche Wilfred Owen con i suoi arditi esperimenti formali sulla rima, o Rosenberg con le sue allucinazioni espressioniste. Il modernismo ruota su quattro figure principali. Eliot è alla ricerca delle radici, tanto reali che personali quanto cosmiche e atemporali: le àncore di una società moderna in dissoluzione. Lawrence è l’esponente di un modernismo contenutistico che incrina la stessa estetica formale del movimento. Joyce è l’edificatore di un suo palazzo dell’arte con un unico romanzo organico che si ripresenta nel tempo come frutto di un’endogenesi. Virginia Woolf è infine la scrittrice che insegue l’opera finita, che è la stessa metafora della sua vita, e può chiudersi solo esalandosi.