Descrizione
Nelle sue riletture esistenziali, Mosè Maimonide (1138-1204) traduce gli antichi episodi biblici in dinamiche di crisi e di scelta dell’essere umano di ogni tempo. L’errore di Adamo, le sofferenze di Giobbe, la prova estrema di Abramo con Isacco sul monte Moria si ripresentano in noi come sfide filosofiche, fatte di contrasti e fallimenti ma anche di riparazioni e riconciliazioni. Adamo è figura di mediazione tra polarità corporee e mentali, in un’arte del buon governo di sé e degli altri che prepara un’umanità futura; il doloroso percorso di Giobbe non è un crudele esperimento psicologico divino, ma un teatro interiore, un processo di autoterapia e autotrasformazione; infine, Abramo, scopritore solitario del monoteismo, lambisce un sacrificio abissale e contraddittorio attraverso cui purificare la sua concezione di Dio. L’Abramo multidimensionale di Maimonide è stato approfondito anche da autori del Novecento, come Joseph Soloveitchik, che ne hanno fatto un ideale trans- storico di eticità e progettualità futura, attraverso cui rieducare un’umanità sempre più fragile e smarrita.