Descrizione
in questa conferenza, tenuta il 5 febbraio 2003 presso l’università di heidelberg in memoria di hans-georg gadamer, jacques derrida ricorda la “strana interruzione” che ha segnato il loro primo incontro a parigi nel 1981. la riflessione sulla morte dell’altro, sull’interruzione ultima, pur nella sua incommensurabilità, evoca la questione della cesura del dialogo, della difficoltà della traduzione e dell’interpretazione, sviluppandosi lungo la traccia di un celebre verso di paul celan: “il mondo non c’è più, io debbo portarti”. la morte è la fine del mondo, il mondo dopo la fine del mondo. ma cosa significa “portare”? cosa significa portare l’altro e il mondo scomparsi? è solo attraverso il confronto con il pensiero di freud, husserl e heidegger che derrida riuscirà a precisare il significato di questa parola, in direzione di un’interiorizzazione del ricordo alla quale occorre la malinconia per scongiurare il pericolo dell’oblio, il rischio dell’inclusione dell’altro in se stessi.